Prima di parlare dell’umidità dobbiamo sapere che esiste quella assoluta e quella relativa.
L’UMIDITA’ RELATIVA (più utilizzata) indica, attraverso un valore %, il rapporto tra il vapore acqueo, contenuto in una massa d’aria e il valore massimo che questa massa può contenere a quel valore di temperatura e pressione atmosferica.
L’UMIDITA’ ASSOLUTA indica invece i grammi di vapore acqueo contenuti in un metro cubo di aria (g/m³).
Nella massa d’aria presa a riferimento per l’umidità relativa (es.: 1 m³) il valore massimo di vapore acqueo che può contenere aumenta all’aumentare della temperatura.
Quindi se manteniamo fisso il vapore acqueo e la pressione, nell’ UMIDITA’ RELATIVA all’aumentare della temperatura diminuirà l’umidità relativa.
Al contrario, nell’umidità assoluta, all’aumentare della temperatura aumenta il valore di umidità assoluta.
La muffa è un fungo che si presenta in determinate e favorevoli condizioni di umidità e temperatura.
Osservando gli ambienti interni delle abitazioni, la muffa si localizza solitamente in alcuni angoli e può crearsi per molteplici ragioni. In genere la sua formazione è conseguente all’umidità ambientale che condensa su una SUPERFICIE FREDDA del muro (es.: ponte termico), ossia quando il vapore acqueo contenuto nell’aria, trovando una superficie a temperatura più bassa, si trasforma in acqua (punto di rugiada). Nelle stagioni più fredde si manifesta in genere in corrispondenza di ponti termici o di piani fuori terra, mentre nel periodo estivo è facile che si crei nelle zone a pavimentazione non isolata tipiche dei piani interrati.
Per avere un’idea possiamo pensare a cosa succede quando d’estate tiriamo fuori dal frigorifero una bottiglia. L’umidità dell’aria condensa attorno alla bottiglia la cui superficie ha una temperatura inferiore rispetto a quella ambientale; maggiore sarà la differenza tra le due temperature (quella della bottiglia e quella dell’ambiente) e maggiore sarà la quantità d’acqua che si depositerà sulla bottiglia fino a creare un velo d’acqua.
Temperatura (°C) | Volume aria (mq) | Vapore acqueo misurato (g/ m³) | Umidità assoluta (g/cm³) | Umidità realtiva |
30 | 1 | 30,4 | 21 | 69, 0789 |
Temperatura (°C) | Vapore acqueo (g/ m³) |
0 | 4,8 |
10 | 9,4 |
20 | 17,3 |
30 | 30,4 |
40 | 50,7 |
Osservando la tabella, si vede che alla temperatura di 20°C, 1 m³ di aria può contenere al massimo circa 17 g di vapore, mentre a 30 °C ne può contenere circa 30 g. Se a 30 °C si misura un’umidità pari a 21 g di vapore per mq di aria (umidità assoluta), sapendo che il limite si saturazione (umidità massima) è 30 g per m³ di aria, per calcolare l’umidità relativa dovremo svolgere il calcolo:
LA CONDENSA è il passaggio di una sostanza dallo stato di vapore a quello di liquido per sottrazione di calore. La condensa si crea nel momento in cui il vapore è saturo, ovvero in equilibrio con il proprio liquido, tanto maggiore sarà la temperatura dell’aria tanto più alta sarà la sua capacità di assorbire vapore, avremo quindi un innalzamento dell’umidità relativa cioè della percentuale di vapore acqueo contenuto nell’acqua. La misura viene effettuata con un igrometro che può essere per materiali specifici o con sensore infrarosso.
Il fenomeno di condensa è più evidente su materiali compatti e non porosi, come vetri, specchi, metalli, lo è meno su materiali porosi come intonaci, legni. Se pensiamo ad un edificio le finestre sono sempre le superfici più fredde e per questo sono il primo punto dove si forma la condensa, ma la si può trovare anche laddove ci siano pareti corrispondenti a terrapieni, ponti termici etc.
Una volta che si ha condensa si possono verificare due eventi:
Negli ultimi anni il risparmio energetico nelle strutture edilizie, nonchè l’isolamento termico degli involucri, hanno acquisito una notevole importanza. Questi aspetti, tuttavia, implicano una serie di problematiche che, se non affrontate in modo corretto, possono portare ad una riduzione o perfino all’annullamento dei benefici. Si pensi, per esempio, ai serramenti di oggi, quasi tutti a chiusura ermetica, per limitare al massimo la dispersione di calore (in inverno) e di fresco (d’estate) e per isolare l’abitazione da inquinamento acustico. Essi creano molta condensa perché l’umidità non ha modo di evacuare verso l’esterno. Il risultato è che gli edifici più recenti sono maggiormente soggetti a muffe da ristagno di umidità, ma meno a quelle da ponti termici (migliore isolamento delle pareti interne).
1) Quali sono le possibili soluzioni?
2) Quali strumentazioni possono essere utili per identificare zone di condensa e a rischio formazione muffa?
Identificare ponti termici, zone più fredde e ad alta umidità prima che si vengano a creare formazioni funghine è sicuramente utile per evitare di dover risanare poi un muro o un intero edificio.
Gli strumenti che si possono utilizzare per il monitoraggio di queste grandezze sono: gli igrometri per materiali edili, igrometri a infrarosso, termoigrometri, termocamere
Per qualsiasi dubbio, contattaci per approfondire questi argomenti e misurare nel modo corretto l’umidità relativa e il punto di rugiada.